mercoledì 28 marzo 2012

TESTE INCOLLATE

La ricostruzione effettuata da Tobias Houlton
Fino a poco tempo fa, gli Shuar, una popolazione dell'Amazzonia occidentale, fra Ecuador e Perù, andavano in giro portando al collo le teste miniaturizzate dei loro nemici uccisi. Era, nelle loro credenze, un modo per placare lo spirito di vendetta dell'ucciso. Ma ora  - si legge su Focus - una delle vittime è... tornata in vita. Tobias Houlton, dell'Università di Dundee, ha infatti ricostruito il volto di un giovane guerriero ucciso, partendo dalla sua testa rimpicciolita, utilizzando tecniche forensi, come in un caso di omicidio. Lo studioso ha anche ricostruito il processo di miniaturizzazione utilizzando teste di maiale. Gli Shuar mantengono viva la pratica usando teste di animali per fare repliche delle teste rimpicciolite. Ecco come si esegue il trattamento. Si separa innanzitutto la pelle dal cranio e la si immerge in acqua bollente. Si asporta il grasso e si inseriscono sassi per ridare forma al capo. Dopo i sassi si mette sabbia calda; raffreddandosi la pelle della testa si restringe, mentre il viso viene lisciato con pietre bollenti e carbone. Infine la testa assume le dimensioni di un pugno, e viene affumicata perché si conservi meglio. Quindi si appende al collo con una corda: il completamento dell'ornamento. 

Un "ornamento" originale

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