domenica 28 marzo 2010

Cambiare vita per cacciare la crisi di mezza età

Sarà che ormai il fatidico traguardo è vicino anche per me e che anch'io ogni tanto sono interessato da pensieri, diciamo, un po’ 'originali'. Fatto sta che è intorno ai 40anni che comincia a farsi sentire: la voglia di cambiare radicalmente vita. Spezzare il legame col passato e reinventarsi qualcosa di completamente nuovo. È una specie di sindrome, riconducibile probabilmente alla canonica crisi di mezza età. Parte con un po’ di ansia generalizzata, di inquietudine, per poi giungere a un malessere vero e proprio, nei casi più gravi addirittura ad attacchi di panico. I sogni inseguiti per anni perdono di valore, si comincia a ridere di stili di vita perseguiti per tanto tempo. (Inutilmente?). Si ha voglia di cambiare e in qualche caso si cambia alla grande. L'argomento è stato affrontato sull'ultimo numero dell'Espresso, citando una serie di esempi locali clamorosi. Emiliano Sbaraglia, è supplente, si stanca di dover sempre aspettare 'la chiamata', molla tutto, e va a insegnare in una scuola in Senegal. Marzia Chierichetti, è un art buyer milanese, si trasferisce nel continente nero, dove produce con successo oggetti di arredamento. Simone Perotti (nella foto), fa il manager, taglia col passato e oggi si occupa di scrittura e vela. Francesca Folonari, business woman, si cimenta con i corsi di yoga. Ma perché questa esigenza comincia a farsi sentire proprio a 40anni? "Perché nella prima parte della vita ci si è adattati al mondo, all'ambiente, alle richieste della società", spiegano gli esperti, "con l'ingresso negli anta, invece, si fa largo la necessità di ascoltare se stessi e rispondere alle proprie intime esigenze". Di pari passo con questa tendenza c'è anche quella di ritagliarsi uno spazio sempre più consistente lontano dalle metropoli. In particolare, creativi, artisti, musicisti, scrittori, stanno abbandonando la vita urbana per rifugiarsi in campagna, lontano dai riflettori e dal caos cittadino. La fotografa Elin Berge ha documentato questo fenomeno in un interessante libro dal titolo "Urban provincials". Sembrerebbe davvero arrivato il momento di iniziare a scandire le giornate al ritmo dell'ispirazione.

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