martedì 5 gennaio 2010

Il punto G? Una bufala

Il mitico punto G? Una leggenda. Queste le conclusioni di uno studio effettuato da scienziati del King's College di Londra e diffuso dalle pagine del Journal of Sexual Medicine. Secondo i ricercatori anglosassoni guidati da Andrea Burri, il punto G (da Enrst Grafenberg, lo studioso tedesco che lo ipotizzò per primo una cinquantina d'anni fa) non sarebbe altro che un 'luogo della ragione', vale a dire un punto anatomico inesistente creato dalla fantasia femminile sollecitata da riviste e dai pareri dei sessuologi. "È praticamente impossibile trovare prove tangibili dell'esistenza di questo punto erogeno", rivela Tim Spector, docente di Epidemiologia genetica e coautore della ricerca. Mentre Burri, partendo dal presupposto che non è mai stato condotto uno studio così approfondito sull'argomento, afferma che "l'idea del punto G è del tutto soggettiva". A questi risultati i ricercatori sono giunti coinvolgendo 900 coppie di gemelle britanniche, mono o eterozigoti. Non tutti però sono d'accordo con questa tesi. La sessuologa Beverly Whippie, per esempio, dice che lo studio non è attendibile perché non ha preso in considerazione le lesbiche e le donne bisessuali. Mentre il ricercatore dell'Università dell'Aquila - Emmanuele Jannini - rivela a Repubblica il suo scetticismo sostenendo che probabilmente nella fisiologia del punto G entrano in gioco anche gli ormoni, del tutto tralasciati dallo studio inglese. Lo stesso Jannini, l'anno scorso, aveva ammesso di aver individuato 'l'ufo ginecologico' in un piccolo ispessimento della parete che divide la vagina dall'uretra, tramite l'ecografia trans vaginale. Secondo le teorie tradizionali il punto G sarebbe un'area del corpo femminile corrispondente a un fascio di terminazioni nervose che, se opportunamente sollecitate, sono in grado di dare grande piacere. Non tutte le donne però sarebbero consapevoli di questa particolarità, e non tutte sarebbero sensibili allo stesso modo. I sessuologi raccontano che l'orgasmo derivante dalla stimolazione del punto G è molto più intenso di quello tradizionale.

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