domenica 24 gennaio 2010

La crisi di mezza età non fa più paura

La crisi di mezza età? Non esiste più. Lo sostengono gli scienziati dell'Università di Tel Aviv, secondo i quali il meglio della vita arriva dopo i 40 anni. Carlo Strenger, uno degli autori dello studio, rivela che la crisi di mezza età è un concetto arcaico, legato a condizioni sociali ben diverse da quelle odierne: oggi, rispetto a 40 anni fa, si vive più a lungo, è migliorata l'assistenza medica, per tutti ci sono più chance di realizzare i propri sogni. In pratica gli esperti affermano che i primi 35 anni di vita servono per capire, imparare, vedere, e la restante parte dell'esistenza per vivere… nel vero senso della parola. Il termine mezza età - coniato per la prima volta nel 1965 da Elliott Jacques, psicoanalista canadese - ha dunque perso il suo significato originale. A 40 anni (nella foto il popolare attore americano Ethan Hawke, che proprio quest'anno compie 40 anni), anziché parlare di età di crisi, si dovrebbe parlare di età di transizione. "La crisi di mezza età è uno stereotipo", afferma Strenger, "Dopo i 30 anni le persone hanno ancora la parte migliore dell'età adulta davanti a loro. Se si fa un uso proficuo di quello che si è scoperto su se stessi nella prima metà della propria vita, la seconda metà può essere più appagante". La notizia cozza con quella diffusa poco tempo fa dai ricercatori dell'Università di Warwick. Secondo gli studiosi inglesi la crisi di mezza età è, invece, un concetto attualissimo, benché non più riferibile alla fatidica entrata negli 'anta'. La ricerca ha coinvolto 2milioni di persone distribuite in 70 paesi del mondo. Dai test è emerso che, indipendentemente dal sesso, dalla nazionalità e dal manage familiare, a 44 anni il quadro psicoemotivo di un individuo subisce un crollo. Secondo il professor Oswald - che ha condotto lo studio - dalla crisi di mezza età si esce dopo i 50 anni, e a 70 anni, se si ha la fortuna di godere di buona salute, è come avere vent'anni.

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