domenica 25 ottobre 2009

600milioni di anni: il successo evolutivo dei 'vermi'

Brutti, viscidi, ributtanti e appiccicosi. Ecco qualche aggettivo, fra quelli più usati, per definire una categoria di animali che tutti conosciamo bene, ma da cui preferiamo mantenerci a debita distanza: i vermi. La cattiva considerazione che si ha di questi invertebrati è, però, appannaggio di chi non conosce bene i segreti del mondo animale. Stando infatti ai biologi evoluzionisti i 'vermi' sono degli animali eccezionali. Di più. Secondo Christopher Lloyd - autore del libro "What On Earth Evolved?" - sono addirittura le creature che hanno avuto più successo nella storia biologica del pianeta. La parola 'verme', in realtà, è inappropriata. È invece corretto parlare di 'anellidi' per definire un phylum animale caratterizzato da creature fra loro simili dotate di prerogative anatomiche specifiche come la metameria (il corpo suddiviso in tante piccole parti uguali) e il celoma (cavità presente negli animali più evoluti posta fra il canale alimentare e la parete del corpo). Un classico esempio di anellide è fornito dal conosciutissimo lombrico. Nel libro dato recentemente alle stampe dall'autore inglese sono elencati i cento gruppi animali e vegetali più influenti della storia evolutiva del pianeta: ebbene, gli anellidi sono al primo posto - seguiti da alghe e cianobatteri - gli uomini al sesto. Ma perché gli anellidi sono così importanti nella scala evolutiva delle specie viventi? Per molteplici motivi, assicurano gli specialisti, a partire dalla loro straordinaria longevità. Questi animali, infatti, vivono sulla Terra da un numero assai notevole di anni: circa 600milioni. Se pensiamo che qualche giorno fa è stata data notizia del più antico ominide scoperto risalente a 4milioni di anni fa (battezzato Ardi), comprendiamo immediatamente il significato del loro successo biologico. I primi anellidi comparvero nel precambriano. Erano degli invertebrati marini molto semplici. La loro storia evolutiva continuò imperterrita nonostante l'estinzione di massa dell'ordoviciano (433milioni di anni fa), in cui scomparve il 60% delle specie viventi. In seguito, circa 400milioni di anni fa, conquistarono la terraferma. "Siamo soliti pensare come un'impresa straordinaria il primo passo dell'uomo sulla Luna di Neil Amstrong - dice Lloyd - in realtà il primo passo compiuto sulla terraferma da un 'verme' è stato sicuramente più importante". I 'vermi' sono fondamentali anche per la loro anatomia rivoluzionaria, sulla base della quale si sono poi sviluppate molte altre specie più complesse. Anche l'uomo ha 'preso' dai 'vermi' tanto che Lloyd arriva a definire la nostra specie - sicuramente con una punta d'ironia - "il risultato del super-abbellimento di un 'verme'". Fra le conquiste anatomiche più significative di queste creature ci sono, per esempio, il sistema circolatorio chiuso e il sistema escretore caratterizzato da strutture chiamate 'metanefridi'. Infine è sempre agli anellidi che si deve dire grazie se oggi viviamo in case confortevoli e società progredite. Stando infatti all'autore di "What On Earth Evolved" questi animali - nutrendo il terreno con i loro escrementi - hanno creato i presupposti per lo sviluppo dell'agricoltura, da cui poi si sono originate le prime civiltà. L'importanza di animali poco apprezzati come i lombrichi è condivisa anche dagli scienziati italiani che, però, sottolineano l'importanza anche di altre specie misconosciute: "Non so se la graduatoria di Lloyd sia condivisibile - spiega Marco Ferraguti, biologo evoluzionista dell'Università di Milano -. In ogni caso sono d'accordo con lui sul fatto che i lombrichi abbiano fatto la superficie della Terra e la stiano ancora modificando sotto i nostri occhi. Più in generale si potrebbe dire che gli animali più influenti sono spesso misconosciuti: il suolo fertile ospita circa un milione di nematodi per metro quadrato; i depuratori di acque reflue ospitano decine di rotiferi per centimetro cubico. Quando parliamo di biodiversità la gente pensa alla savana africana, ma gli zoologi pensano a quell'esercito sterminato di aiutanti microscopici senza i quali noi non potremmo vivere". Gli esperti dell'Università di Modena e Reggio Emilia, invece, precisano che nonostante l'importanza biologica dei lombrichi "la metameria che li caratterizza è un aspetto biologico considerato primitivo".

(Pubblicato su Libero il 27 ottobre 09)

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