venerdì 12 giugno 2009

La rivoluzione agricola? Si farà grazie ai robot. Parola di Unacoma

Il futuro dell’agricoltura è nelle mani dei robot. Lo dicono gli esperti dell’Unione nazionale dei costruttori di macchine agricole (Unacoma). Tre i prototipi più interessanti progettati in Europa negli ultimi tempi: lo scarafaggio robot, il mangiatore di lumache, e il robot volante. Il primo è opera di studiosi dell’Ecole polytechnique federale di Losanna. Si tratta di una micromacchina in grado di liberare nell’aria notevoli quantità di ferormoni sintetici. Battezzata Insbot il suo compito, quindi, è quello di attirare gli insetti in trappola, avvalendosi di due processori altamente tecnologici alimentati da batterie al litio, 12 sensori ai raggi infrarossi, una telecamera e un’antenna a radiofrequenza. Gilles Caprari, responsabile del progetto “InsBot”, sostiene che “si tratta dell’ultima frontiera nell’interazione tra vita artificiale e biologica. In particolare l’obiettivo del progetto è intervenire su insetti dotati di una certa organizzazione sociale basata sulla collettività, come gli scarafaggi”. Il mangiatore di lumache è stato denominato “Slugbot” (nella foto). È una specie di carrello mobile sovrastato da un grosso braccio meccanico in fibra di carbonio. Progettato dagli studiosi della West England University il prototipo individua la lumaca con un raggio di luce rossa, la raccoglie e mette in un serbatoio che funge in pratica da “digestore”: in questa sede il mollusco fermenta e dalla sua fermentazione si ottiene l’energia necessaria a muovere il robot. 100 le lumache che è in grado di eliminare nel giro di un’ora. “Le lumache - ha commentato il creatore del robot, Ian Kelly - sono state scelte perché sono tra le insidie maggiori per le coltivazioni, perché ce ne sono tante, non hanno uno scheletro duro e sono ragionevolmente grandi”. Recentemente anche il Times ha dedicato a Slugbot ampio spazio definendolo una delle invenzioni più ingegnose degli ultimi tempi. Alla luce di ciò non stupisce quindi sapere che sono molti gli agricoltori inglesi che si sono già fatti avanti per sapere quando sarà disponibile sul mercato: si stima infatti che questi ultimi spendano circa 20milioni di sterline l’anno per distruggere le lumache. Ultimo della serie, il minirobot volante, è frutto ancora una volta del lavoro degli studiosi di Losanna. In questo caso il riferimento, però, è a macchine non più alte di dieci centimetri capaci di volare e dotate di microtelecamere e antenne sensibili al tatto. Il loro scopo è principalmente quello di sorvolare le piantagioni per verificare lo stato di salute dei vegetali e le condizioni ambientali in cui prosperano. In particolare sono in grado di valutare parametri come l’umidità dell’aria e evidenziare potenziali nemici delle piante come lumache, bruchi, funghi o erbe infestanti. Infine anche gli americani stanno lavorando su insetti robot. In questo caso si tratta di creazioni del Mit di Boston e dell’università di Vanderbilt. Gli Ants (formiche) posseggono la peculiarità di saper interagire tra loro tramite sensori a infrarossi. Evitano gli ostacoli e oltre che in agricoltura possono essere impiegati in ambito bellico e nelle esplorazioni spaziali. Lo “spione” è invece un minirobot factotum dotato di sensori utili a fornire informazioni e immagini in tempo reale.

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