domenica 13 luglio 2008

Dita nel naso antistress. Lo fa anche la regina

Ognuno di noi lo fa, magari senza farci caso. Il più delle volte per scaricare lo stress, la tensione. Solo in rare circostanze può essere infatti la conseguenza di un problema più serio, respiratorio o addirittura psicologico. Stiamo parlando della abitudine di mettersi le dita nel naso. Secondo un recente studio condotto dagli americani, pubblicato sulla rivista Journal of clinical psychiatry, e ripreso da OkSalute, il 97,6 percento delle persone si mette le dita nel naso 4 volte al giorno. Il 7,6 percento compie questa azione fino a 20 volte al dì. Analogamente, dei ricercatori inglesi del Museo delle scienze di Londra, hanno scoperto che il 35 percento degli adulti si ‘scaccola’ più di cinque volte al giorno, con “meticolosità e non senza un sottile autocompiacimento”. Perfino la regina d’Inghilterra è stata fotografata mentre si puliva il naso con le mani; ed è in buona compagnia visto che, con lei, sono stati colti in ‘flagrante’ molti altri personaggi dello star system come la principessa Carolina di Monaco, Flavio Briatore, Vince Vaughn, Diane Keaton. La ricerca - compiuta su 200 ragazzi delle scuole superiori – mette in luce che, l’abitudine di strofinarsi incivilmente il naso, inizia in tenera età. Poi, col tempo, per alcuni diventa una vera e propria mania. Secondo gli scienziati pulirsi il naso con le mani procura sollievo, autogratifica. E in pratica - come quando mastichiamo l’apice di una matita, scarabocchiamo, arrotoliamo i capelli - serve ad allontanare lo stress. Il naso di solito si mantiene pulito da solo, grazie a microscopiche ciglia presenti nelle narici: il muco passa alla faringe, dove viene deglutito, in 12-15 minuti. In caso contrario ci si serve del fazzoletto o di soluzioni saline ipotoniche spray. Se però si soffre frequentemente di epistassi (sangue dal naso) o malformazioni anatomiche delle alte vie respiratorie (turbinati ipertrofici) possono formarsi accumuli secchi di muco che rendono difficoltosa la respirazione, inducendoci, di conseguenza, a liberare il naso con le mani. Fin qui, comunque, al di là delle possibili ripercussioni sociali, è tutto nella norma. Si entra invece nel campo della patologia quando - indipendentemente dalla secchezza del muco e dalla necessità benigna di scaricare lo stress (per esempio prima di un esame) - si infilano le mani nel naso troppo frequentemente. Lo studio americano dice che, quando una persona si pulisce il naso con le mani più di venti volte al giorno, potrebbe soffrire di rinotillexomania. È una malattia riconducibile alla famiglia dei disturbi ossessivo-compulsivi. Ci si strofina continuamente il naso non per necessità, ma per conflitti, disagi interiori, che portano a un accumulo di ansie ingiustificate. Quando ci si ammala di rinotillexomania è quindi necessario rivolgersi a uno specialista. Gli psicologi hanno notato che chi si mette sempre le mani nel naso è spesso un individuo caratterizzato dalla mancanza di prospettive esistenziali e che può comportarsi in questo modo per attirare l’attenzione. Il fenomeno colpisce numerosi adolescenti, soprattutto quelli più aggressivi e desiderosi di trasgredire le regole. Sono gli stessi individui che, in casi limite, possono trasformarsi in vandali o attaccabrighe. Il problema degenera quando alla compulsività subentra anche un atteggiamento sadomasochistico. In questi casi il malato di rinotillexomania non si accontenta di infilarsi ossessivamente le dita nel naso, ma si fa anche del male, ferendosi. Infine, alla luce di queste considerazioni, stupiscono le recenti conclusioni del noto pneumologo austriaco, Friedrich Bischinger, secondo il quale ‘scaccolarsi’ non è un vizio, ma un’ottima abitudine. Lo studioso afferma che mettersi le dita nel naso e poi in bocca per ingoiare il prodotto del proprio corpo giova alla respirazione e al sistema immunitario. “Con le dita - spiega Bischinger - si raggiungono punti in cui col fazzoletto è impossibile arrivare. Mangiare quel che si estrae, poi, aiuta gli anticorpi. Di fatto il naso è un filtro vero e proprio. Lì si raccolgono un gran numero di batteri e quando li facciamo arrivare all’intestino funzionano proprio come una medicina moderna, testata per rafforzare il sistema immunitario. È una cosa assolutamente naturale e in più gratuita”. E quando il muco non viene ingoiato? Come asseriscono gli studiosi della Wisconsin University finisce, nella maggior parte dei casi, sotto la scrivania, sotto la sedia, o appiccicato al primo mobile che capita a tiro.

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